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Il Disturbo Ossessivo Compulsivo

Posted by lorenatorresan su 8 febbraio 2010

Caterina ha 35 anni, fa la casalinga, è sposata e ha due bambini. Non ricorda quando ha incominciato a preoccuparsi in maniera eccessiva delle pulizie di casa. Sa solo che ora le sembra che la casa non sia mai pulita, lava e rilava tutto da cima a fondo più volte al giorno. Ha paura che i germi contamino la casa, diventando fonte di malattie per lei e per i suoi familiari. Ogni volta che qualcuno entra in casa deve prima togliersi le scarpe e i vestiti, perché tutto quello che viene da fuori può essere contaminato. Ne segue che molto raramente Caterina riceve visite da parte di amici, dal momento che è consapevole dell’irragionevolezza del suo comportamento e se ne vergogna.. Le attività di pulizia della casa ormai le portano via quasi tutta la giornata: non riesca a fare altro. Non è mai sicura dell’efficacia delle pulizie e non avendo altri mezzi per controllare che tutto sia effettivamente disinfettato, ricomincia a pulire.

A Caterina è stata fatta diagnosi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Il nome di tale disturbo ne riassume le caratteristiche fondamentali: da un lato le ossessioni, dall’altro le compulsioni.

Di che cosa si tratta?

Il DSM IV-TR definisce le ossessioni come pensieri, impulsi e immagini ricorrenti e persistenti vissuti almeno in qualche momento del corso del disturbo, come intrusivi e inappropriati e che causano ansia e disagio marcati. Le ossessioni non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale (es. se ho perso il lavoro e il mio conto in banca è in rosso e io non riesco a smettere di pensarci, questa non può essere considerata un’ossessione in senso clinico poiché fa riferimento a un problema reale). Le persone tenta di ignorare o sopprimere le ossessioni, o di neutralizzarle con altri pensieri o azioni, ma invano, la persona, inoltre, riconosce che tali ossessioni sono un prodotto della sua mente (e non imposti dall’esterno).
Nel caso di Caterina, la sua ossessione è il pensiero ricorrente e intrusivo che la sua casa possa contaminarsi con dei germi, pensiero che non riesce a scacciare e che le rimane fisso in testa.
Le compulsioni, sempre secondo la definizione del DSM IV, sono comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (es. pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta a un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente. Le compulsioni sono volte a prevenire o ridurre il disagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; ad ogni modo però questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi.
La compulsioni di Caterina è quella di pulire continuamente la casa nel tentativo di neutralizzare tutti i germi e disinfettare al 100% la casa.

Tra ossessioni e compulsioni quindi è possibile individuare una relazione diretta. Le compulsioni, infatti, nascono come “soluzione” per far tacere le ossessioni, ad esempio risolvendo teoricamente la situazione temuta oppure eliminando i dubbi che la persona ha e che dipendono dalle ossessioni.
Caterina teme che la casa possa essere contaminata dai germi. Questo pensiero le causa forte ansia e stress negativo (di stress). Per diminuire l’ansia e il di stress Caterina è quindi portata a intensificare i comportamenti di pulizia. Questi comportamenti non sono però sufficienti in quanto non possono eliminare al 100% il dubbio circa il fatto che ci siano dei germi. In questo modo l’ossessione di rafforza e di conseguenza anche la compulsione. E’per questo motivo che non riesce a smettere di pulire. Si è creato un circolo vizioso.

OSSESSIONI—–>ANSIA—–>COMPULSIONI—–>OSSESSIONI

Mi riconosco nella descrizione delle ossessioni e delle compulsioni: significa che soffro di Disturbo Ossessivo-Compulsivo?

I pensieri ossessivi e le compulsioni fanno parte del comportamento umano e non necessariamente vanno categorizzati come elementi patologici. A tutti prima o poi è capitato di tornare indietro a controllare di aver chiuso la macchina o la porta di casa perché non si era sicuri di averlo fatto. Così come a tutti prima o poi è capitato di mettere in atto comportamenti scaramantici per scongiurare eventi negativi. Alcuni possono anche avere vere e proprie ossessioni di rilevanza clinica, con le loro conseguenti compulsioni, ma non per questo si parla di disturbo ossessivo-compulsivo. Le ossessioni sono un’esperienza comune, quasi tutte le persone le hanno.
A tal proposito il DSM IV molto saggiamente ha introdotto un importante criterio, necessario per fare diagnosi di questo disturbo: le ossessioni o compulsioni devono causare disagio marcato nella persona, facendo consumare tempo (più di un’ora al giorno) oppure interferendo significativamente con le normali abitudini di vita, con il funzionamento lavorativo (o scolastico) o con le attività o relazioni sociali usuali.
Caterina rispetta in pieno questo criterio: passa quasi tutto il giorno a pulire casa, non esce quasi mai né permette che altri la vadano a trovare.

Per una corretta valutazione del problema è necessario pertanto indagare una molteplicità di fattori, tra cui:

  1. il tempo passato nelle ossessioni (o il tempo libero dalle ossessioni)
  2. l’interferenza derivante dalle ossessioni
  3. il distress associato ai pensieri ossessivi
  4. la resistenza rispetto alle ossessioni
  5. il grado di controllo sui pensieri ossessivi
  6. il tempo passato eseguendo i comportamenti compulsivi (o il tempo libero da compulsioni)
  7. l’interferenza dovuta ai comportamenti compulsivi
  8. il distress associato ai comportamenti compulsivi
  9. la resistenza rispetto alle compulsioni
  10. il grado di controllo sui comportamenti compulsivi

Come si manifesta il disturbo ossessivo-compulsivo?

I sottotipi di disturbo ossessivo-compulsivo sono in numero potenzialmente infinito, dal momento che le ossessioni e le compulsioni possono assumere caratteristiche molto differenti tra loro. La pratica clinica e la ricerca però hanno messo in luce le principali tipologie che è possibile riscontrare.

I principali tipi di ossessioni sono:

  1. ossessioni aggressive (far male a sé o agli altri, pronunciare oscenità o insulti, rubare oggetti, ecc.)
  2. ossessioni di contaminazione (preoccupazione o disgusto per i rifiuti o le secrezioni del corpo, per lo sporco, per i germi, per contaminanti ambientali, animali, ecc.)
  3. ossessioni sessuali (pensieri, immagini o impulsi sessuali proibiti o perversi; pensieri di pedofilia o incesto o omosessualità, ecc.)
  4. ossessioni di accaparramento/accumulo (incapacità di buttare via oggetti e loro accumulo)
  5. ossessioni a sfondo religioso (preoccupazioni rispetto a sacrilegi o peccati di blasfemia; eccessiva moralità; ecc.)
  6. ossessioni di simmetria o di precisione (bisogno che le cose siano messe in un certo ordine, che seguano determinati schemi, ecc)
  7. ossessioni varie (necessità di sapere o ricordare; timore di dire certe cose; timore di non dire proprio la cosa giusta; paura di perdere oggetti; ecc.)
  8. ossessioni somatiche (ossessioni per le malattie; eccessiva preoccupazione per alcune parti del corpo o per l’aspetto, ecc.)

Le categorie relative alle compulsioni sono invece:

  1. compulsioni di pulizia/lavaggio (eccessivo o ritualizzato lavaggio delle mani, fare la doccia, fare il bagno, lavarsi i denti, pettinarsi, pulirsi in generale; pulizia della casa o di altri oggetti inanimati, ecc.)
  2. compulsioni di controllo (serrature, stufe, ecc; che non sia avvenuto o non avverrà alcun danno a qualcuno o a se stessi; che non sia successo o non succederà nulla di terribile; che non si commetteranno errori, ecc.)
  3. rituali ripetuti (riscrivere o rileggere; necessità di ripetere attività di routine come entrare/uscire da una porta, sedersi/alzarsi da una sedia, ecc.)
  4. compulsioni relative al contare (contare mentalmente fino a un certo numero; contare  quanti elementi costituiscono qualcosa; pensare che certi numeri siano fortunati e quindi fare le cose contando fino a quel numero)
  5. compulsioni di riordino/ridisposizione (sentire il bisogno di mettere in ordine le cose secondo precise disposizioni)
  6. compulsioni di accaparramento/accumulo (di posta, di vecchi giornali, di rifiuti, di oggetti inutili, ecc.; ciò va distinto dalla raccolta per hobby o di preoccupazione per oggetti di valore sentimentale o monetario);
  7. compulsioni varie (rituali mentali, che invece di essere agiti vengono fatti mentalmente; compilazione eccessiva di elenchi; necessità di dire, chiedere, confessare, ecc.)

E’ possibile stare meglio?

Il disturbo ossessivo-compulsivo ha il potere di incidere molto negativamente sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono. Per questo è importante cercare aiuto tempestivamente al fine di evitare il cronicizzarsi del disturbo.
Qualora il disturbo ossessivo-compulsivo si presenti in modo invasivo e doloroso per la persona è opportuno chiedere aiuto a uno psicoterapeuta, visto il basso tasso di remissione spontanea di tale disturbo (ciò significa che molto difficilmente una volta instauratosi il DOC “passa da solo”).
La psicoterapia cognitivo-comportamentale offre trattamenti efficaci e validati scientificamente. Obiettivo principale di tale psicoterapia è la riduzione delle ossessioni da un lato e delle compulsioni dall’altro, allo scopo di “liberare” la persona dai circoli viziosi cognitivi e comportamentali che la fanno stare male.
In caso di situazioni particolarmente difficili è inoltre possibile ricorrere alla farmacoterapia, mirata alla diminuzione dei sintomi.
L’impiego sinergico della psicoterapia cognitivo-comportamentale e della farmacoterapia è auspicato e garantisce una maggiore probabilità di efficacia del trattamento.

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