Caterina ha 35 anni, fa la casalinga, è sposata e ha due bambini. Non ricorda quando ha incominciato a preoccuparsi in maniera eccessiva delle pulizie di casa. Sa solo che ora le sembra che la casa non sia mai pulita, lava e rilava tutto da cima a fondo più volte al giorno. Ha paura che i germi contamino la casa, diventando fonte di malattie per lei e per i suoi familiari. Ogni volta che qualcuno entra in casa deve prima togliersi le scarpe e i vestiti, perché tutto quello che viene da fuori può essere contaminato. Ne segue che molto raramente Caterina riceve visite da parte di amici, dal momento che è consapevole dell’irragionevolezza del suo comportamento e se ne vergogna.. Le attività di pulizia della casa ormai le portano via quasi tutta la giornata: non riesca a fare altro. Non è mai sicura dell’efficacia delle pulizie e non avendo altri mezzi per controllare che tutto sia effettivamente disinfettato, ricomincia a pulire.
A Caterina è stata fatta diagnosi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Il nome di tale disturbo ne riassume le caratteristiche fondamentali: da un lato le ossessioni, dall’altro le compulsioni.
Di che cosa si tratta?
Il DSM IV-TR definisce le ossessioni come pensieri, impulsi e immagini ricorrenti e persistenti vissuti almeno in qualche momento del corso del disturbo, come intrusivi e inappropriati e che causano ansia e disagio marcati. Le ossessioni non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale (es. se ho perso il lavoro e il mio conto in banca è in rosso e io non riesco a smettere di pensarci, questa non può essere considerata un’ossessione in senso clinico poiché fa riferimento a un problema reale). Le persone tenta di ignorare o sopprimere le ossessioni, o di neutralizzarle con altri pensieri o azioni, ma invano, la persona, inoltre, riconosce che tali ossessioni sono un prodotto della sua mente (e non imposti dall’esterno).
Nel caso di Caterina, la sua ossessione è il pensiero ricorrente e intrusivo che la sua casa possa contaminarsi con dei germi, pensiero che non riesce a scacciare e che le rimane fisso in testa.
Le compulsioni, sempre secondo la definizione del DSM IV, sono comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (es. pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta a un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente. Le compulsioni sono volte a prevenire o ridurre il disagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; ad ogni modo però questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi.
La compulsioni di Caterina è quella di pulire continuamente la casa nel tentativo di neutralizzare tutti i germi e disinfettare al 100% la casa.
Tra ossessioni e compulsioni quindi è possibile individuare una relazione diretta. Le compulsioni, infatti, nascono come “soluzione” per far tacere le ossessioni, ad esempio risolvendo teoricamente la situazione temuta oppure eliminando i dubbi che la persona ha e che dipendono dalle ossessioni.
Caterina teme che la casa possa essere contaminata dai germi. Questo pensiero le causa forte ansia e stress negativo (di stress). Per diminuire l’ansia e il di stress Caterina è quindi portata a intensificare i comportamenti di pulizia. Questi comportamenti non sono però sufficienti in quanto non possono eliminare al 100% il dubbio circa il fatto che ci siano dei germi. In questo modo l’ossessione di rafforza e di conseguenza anche la compulsione. E’per questo motivo che non riesce a smettere di pulire. Si è creato un circolo vizioso.
OSSESSIONI—–>ANSIA—–>COMPULSIONI—–>OSSESSIONI
Mi riconosco nella descrizione delle ossessioni e delle compulsioni: significa che soffro di Disturbo Ossessivo-Compulsivo?
I pensieri ossessivi e le compulsioni fanno parte del comportamento umano e non necessariamente vanno categorizzati come elementi patologici. A tutti prima o poi è capitato di tornare indietro a controllare di aver chiuso la macchina o la porta di casa perché non si era sicuri di averlo fatto. Così come a tutti prima o poi è capitato di mettere in atto comportamenti scaramantici per scongiurare eventi negativi. Alcuni possono anche avere vere e proprie ossessioni di rilevanza clinica, con le loro conseguenti compulsioni, ma non per questo si parla di disturbo ossessivo-compulsivo. Le ossessioni sono un’esperienza comune, quasi tutte le persone le hanno.
A tal proposito il DSM IV molto saggiamente ha introdotto un importante criterio, necessario per fare diagnosi di questo disturbo: le ossessioni o compulsioni devono causare disagio marcato nella persona, facendo consumare tempo (più di un’ora al giorno) oppure interferendo significativamente con le normali abitudini di vita, con il funzionamento lavorativo (o scolastico) o con le attività o relazioni sociali usuali.
Caterina rispetta in pieno questo criterio: passa quasi tutto il giorno a pulire casa, non esce quasi mai né permette che altri la vadano a trovare.
Per una corretta valutazione del problema è necessario pertanto indagare una molteplicità di fattori, tra cui:
- il tempo passato nelle ossessioni (o il tempo libero dalle ossessioni)
- l’interferenza derivante dalle ossessioni
- il distress associato ai pensieri ossessivi
- la resistenza rispetto alle ossessioni
- il grado di controllo sui pensieri ossessivi
- il tempo passato eseguendo i comportamenti compulsivi (o il tempo libero da compulsioni)
- l’interferenza dovuta ai comportamenti compulsivi
- il distress associato ai comportamenti compulsivi
- la resistenza rispetto alle compulsioni
- il grado di controllo sui comportamenti compulsivi
Come si manifesta il disturbo ossessivo-compulsivo?
I sottotipi di disturbo ossessivo-compulsivo sono in numero potenzialmente infinito, dal momento che le ossessioni e le compulsioni possono assumere caratteristiche molto differenti tra loro. La pratica clinica e la ricerca però hanno messo in luce le principali tipologie che è possibile riscontrare.
I principali tipi di ossessioni sono:
- ossessioni aggressive (far male a sé o agli altri, pronunciare oscenità o insulti, rubare oggetti, ecc.)
- ossessioni di contaminazione (preoccupazione o disgusto per i rifiuti o le secrezioni del corpo, per lo sporco, per i germi, per contaminanti ambientali, animali, ecc.)
- ossessioni sessuali (pensieri, immagini o impulsi sessuali proibiti o perversi; pensieri di pedofilia o incesto o omosessualità, ecc.)
- ossessioni di accaparramento/accumulo (incapacità di buttare via oggetti e loro accumulo)
- ossessioni a sfondo religioso (preoccupazioni rispetto a sacrilegi o peccati di blasfemia; eccessiva moralità; ecc.)
- ossessioni di simmetria o di precisione (bisogno che le cose siano messe in un certo ordine, che seguano determinati schemi, ecc)
- ossessioni varie (necessità di sapere o ricordare; timore di dire certe cose; timore di non dire proprio la cosa giusta; paura di perdere oggetti; ecc.)
- ossessioni somatiche (ossessioni per le malattie; eccessiva preoccupazione per alcune parti del corpo o per l’aspetto, ecc.)
Le categorie relative alle compulsioni sono invece:
- compulsioni di pulizia/lavaggio (eccessivo o ritualizzato lavaggio delle mani, fare la doccia, fare il bagno, lavarsi i denti, pettinarsi, pulirsi in generale; pulizia della casa o di altri oggetti inanimati, ecc.)
- compulsioni di controllo (serrature, stufe, ecc; che non sia avvenuto o non avverrà alcun danno a qualcuno o a se stessi; che non sia successo o non succederà nulla di terribile; che non si commetteranno errori, ecc.)
- rituali ripetuti (riscrivere o rileggere; necessità di ripetere attività di routine come entrare/uscire da una porta, sedersi/alzarsi da una sedia, ecc.)
- compulsioni relative al contare (contare mentalmente fino a un certo numero; contare quanti elementi costituiscono qualcosa; pensare che certi numeri siano fortunati e quindi fare le cose contando fino a quel numero)
- compulsioni di riordino/ridisposizione (sentire il bisogno di mettere in ordine le cose secondo precise disposizioni)
- compulsioni di accaparramento/accumulo (di posta, di vecchi giornali, di rifiuti, di oggetti inutili, ecc.; ciò va distinto dalla raccolta per hobby o di preoccupazione per oggetti di valore sentimentale o monetario);
- compulsioni varie (rituali mentali, che invece di essere agiti vengono fatti mentalmente; compilazione eccessiva di elenchi; necessità di dire, chiedere, confessare, ecc.)
E’ possibile stare meglio?
Il disturbo ossessivo-compulsivo ha il potere di incidere molto negativamente sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono. Per questo è importante cercare aiuto tempestivamente al fine di evitare il cronicizzarsi del disturbo.
Qualora il disturbo ossessivo-compulsivo si presenti in modo invasivo e doloroso per la persona è opportuno chiedere aiuto a uno psicoterapeuta, visto il basso tasso di remissione spontanea di tale disturbo (ciò significa che molto difficilmente una volta instauratosi il DOC “passa da solo”).
La psicoterapia cognitivo-comportamentale offre trattamenti efficaci e validati scientificamente. Obiettivo principale di tale psicoterapia è la riduzione delle ossessioni da un lato e delle compulsioni dall’altro, allo scopo di “liberare” la persona dai circoli viziosi cognitivi e comportamentali che la fanno stare male.
In caso di situazioni particolarmente difficili è inoltre possibile ricorrere alla farmacoterapia, mirata alla diminuzione dei sintomi.
L’impiego sinergico della psicoterapia cognitivo-comportamentale e della farmacoterapia è auspicato e garantisce una maggiore probabilità di efficacia del trattamento.