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Il Disturbo d’Ansia Generalizzato

Posted by federicapaterlini su 14 febbraio 2010

“E. ha 26 anni. È arrivato in consultazione perché lamentava difficoltà di addormentamento e giramenti di testa. Durante il colloquio si mostrava agitato, sudava, chiedeva spesso di poter bere da una bottiglietta che si era preventivamente portato da casa e si agitava sulla sedia. Riferì di avere problemi fisici e un’ansia pervasiva che lo faceva sentire sempre teso. Qualunque cose gli creava preoccupazione, anche i pochi amici che aveva gli dicevano <<devi prendere la vita con più calma, non puoi agitarti sempre per tutto!>>. E viveva nella paura che accadessero cose spiacevoli, in ambito lavorativo, personale e sociale ma se le cose non si svolgono alla perfezione non riesce ad affrontarle e, come dice lui <<vince la paura>>.”

 

Questo disturbo è abbastanza comune. Può soffrirne circa il 3% della popolazione nell’arco di un anno.

La sintomatologia più presente nel DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO (DAG) è formata da:

  • Sentirsi teso e con i nervi a fior di pelle
  • Affaticabilità
  • Difficoltà di concentrazione o sensazione di testa vuota
  • Irritabilità
  • Tensione fisica, muscoli tesi e dolenti
  • Sonno disturbato (fatica nell’addormentamento, frequenti risvegli,  svegliarsi poco riposato)

Diversi autori hanno valutato l’efficacia di varie terapie (terapia analitica, rilassamento) confrontandole con la terapia cognitivo comportamentale. Questi studi mostrano una maggiore efficacia di queste ultime (cognitive in particolare) rispetto alle altre (Butler et all, 1987; Durham e Turvey, 1987, Borkovec e coll, 1987, Power et all, 1989, Borkhovec e Costello, 1993).

 

Disturbo d’ansia o normali preoccupazioni???

Chi in talune circostanze di vita non ha sperimentato ansia? Significata che ha un Disturbo d’ansia Generalizzato? La differenza tra l’ansia e le preoccupazioni di ogni giorno e questo disturbo sta nel fatto che l’ansia non patologica è collegata a fattori di stress (ad esempio: rottura di una relazione sentimentale, problemi di salute di un familiare, perdita o minaccia di perdita del lavoro) ed è limitata nel tempo. L’ansia patologica, invece, è eccessiva, dilagante, poco controllabile e pervasiva oltre che di difficile controllabilità. Solitamente è presente fin dall’infanzia o dall’adolescenza.

 

Il ciclo dell’ansia, G. Andrews

 

L’ansia cronica…

Le risposte d’ansia non possono essere eliminate in quanto l’ansia è una risposta innata del nostro organismo. Una risposta adattiva che ci permetteva di attivarci e far fronte ai pericoli della vita. Se non riusciamo a interrompere il ciclo dell’ansia diventerà cronica facendo sperimentare:

– inquietudine, tensione

– stancarsi facilmente

– difficoltà di concentrazione o testa vuota

– irritabilità

– tensione muscolare, difficoltà a rilassarsi

– difficoltà ad addormentarsi o risvegli notturni

– infine….si ha l’impressione di non farcela più, di non riuscire a far fronte alla situazione, ci si sente demoralizzati e depressi

L’ansia in questo caso compromette la vita quotidiana e anche se non è possibile eliminarla, e forse non è nemmeno utile eliminarla totalmente perché in alcune situazioni ci è utile, è possibile imparare a controllarla e a gestirla.

 

Da dove viene l’ansia generalizzata???

È sempre la combinazione di più elementi che conduce allo sviluppo di una patologia. Prendiamo in esame 3 fattori:

Effetto della personalità: la personalità è, in poche parole, il modo abituale di una persona di pensare, reagire e rapportarsi con gli altri. Chi soffre di questo disturbo si descrive come: sensibile, emotivo, facile alla preoccupazione. Spesso in membri della stessa famiglia è più comune ritrovare le stesse caratteristiche, questo perché nello sviluppo della personalità contano sia fattori genetici sia ambientali. Ci sono anche vantaggi ad avere una personalità così: essere sensibili aiuta a capire gli altri e trattarli meglio..ma ci sono anche degli svantaggi perché l’emotività può portare all’ansia cronica. È possibile però insegnare alle persone a controllare la loro sensibilità.

– Effetto di eventi di vita e stress: ognuno di noi è continuamente esposto a eventi che ci richiedono un cambiamento o un adattamento: cambiare lavoro, cambiare casa, un matrimonio, una nascita, un conflitto, prendere decisioni importanti…L’ansia può avere inizio in questi momenti. Un problema grande o molti piccoli problemi possono superare la nostra normale capacità di adattamento e rappresentare una minaccia.

Modo di interpretare le cose: solitamente chi soffre di questo disturbo ha una tendenza ad interpretare gli stimoli esterni come minacciosi. Ad esempio: se suona il telefono penseranno che è perché c’è stato un incidente che ha coinvolto qualche familiare, se il responsabile un giorno ha lo sguardo cupo sarà perché è arrabbiato con noi per qualcosa che abbiamo fatto. Vedere il mondo in questo modo dipende da eventi precedenti, esperienze di vita, comportamenti da parte dei genitori, insegnanti…

 

Cosa caratterizza il disturbo?

Il processo di RIMUGINAZIONE è considerato una caratteristica principale del DAG (disturbo d’ansia generalizzato). Il rimuginio è una manifestazione di eccessiva ansia e preoccupazione, in relazione ad alcuni eventi, per un tempo non inferiore a 6 mesi.

Per capire meglio cosa è una rimuginazione la si può definire come una catena di pensieri e immagini associate ad emozioni negative e relativamente incontrollabili (non sono né ossessioni, né pensieri automatici negativi). Ci dovrebbero essere almeno 3 tra i seguenti sintomi:

– mancanza di riposo o irascibilità

– facile affaticamento

– difficoltà di concentrazione

– tensione muscolare

– irritabilità

– alterazione del ritmo sonno-veglia

Fondamentale è differenziare il rimuginio normale, che tutti sperimentiamo qualche volta, ed il rimuginio patologico cioè quella sensazione di non riuscire o fare fatica a controllare le ruminazioni. La differenza non è nel contenuto dei pensieri ma bensì nella capacità o meno di riuscire a interrompere il flusso di pensieri. Alle volte il rimuginio inizia per l’intromissione involontaria di alcuni pensieri ma altre volte è la persona che avvia il flusso dei pensieri.

 

Quali caratteristiche hanno le preoccupazioni??

Ognuno di noi, ogni giorno, ha molte preoccupazioni diverse…ma quali devono essere quelle caratteristiche delle nostre preoccupazioni che ci dovrebbero fare riflettere sulla funzionalità o meno del nostro modo di preoccuparci.

Nel DAG, le preoccupazioni sono: numerose, si susseguono, sono accompagnate da emozioni di allarme, inquietudine e ansia, riguardano spesso eventi futuri catastrofici e poco probabili, riducono la capacità di pensare chiaramente e sono difficilmente controllabili. Queste persone si preoccupano per circa la metà del tempo di veglia per cose che non accadranno ma solo dopo che l’evento atteso non si è verificato riescono a riconoscere il loro eccesso di preoccupazione.

Temi comuni di preoccupazione possono essere: problemi che potrebbero presentarsi in futuro, perfezionismo e paura d’insuccesso, paura del giudizio negativo degli altri.

Ulteriore caratteristica del disturbo è “preoccuparsi di avere delle preoccupazioni” come ad esempio: “Non riuscirò a smettere di preoccuparmi”, “Chissà cosa mi succederà se continuo a preoccuparmi così tanto”. Queste ulteriori preoccupazioni vanno ad incrementare il circolo vizioso dell’ansia mantenendo l’agitazione e la costante preoccupazione.

Attenzione…cosa fate per placare le preoccupazioni…?

Molto spesso le persone trovano delle strategie per ridurre l’ansia dovuta alle loro preoccupazioni.

Alcuni di questi comportamenti, che nel breve termine portano a ridurre l’agitazione, nel lungo termine possono contribuire a rafforzare e mantenere queste preoccupazioni.

a)    Cercare di rassicurarti o chiedere rassicurazioni a qualcuno. Il sollievo che compare durante la rassicurazione ha una breve durata, perciò quando torna l’ansia si è di nuovo dal principio.

b)   Essere perfezionisti

c)    Evitare le situazioni o gli eventi che si pensa creino ansia. Evitare significa non darsi la possibilità di sperimentare…che non c’è nulla di grave.

d)   Rinviare cioè non iniziare un’attività per paura di un fallimento

e)   Tentare di sopprimerle: questo metodo è deleterio perché fa si che le preoccupazioni aumentino se ci portiamo la nostra attenzione.

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